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L’IMPATTO PSICOLOGICO DEL COVID-19 E DELLA SUA GESTIONE SUI MEDICI DI MEDICINA GENERALE IN PIEMONTE

Uno studio, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, sezione Piemonte, ha indagato l’effetto psicologico che la diffusione del COVID-19 ha avuto sui Medici di Medicina Generale (MMG) in Piemonte, una delle regioni italiane maggiormente colpite dalla pandemia




Lo studio, condotto tra il 28 Aprile e il 10 Maggio 2020 e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Journal of Affective Disorders, ha indagato i livelli di ansia, depressione e di sintomi da stress post-traumatico (PTSS) nei Medici di Medicina Generale (MMG), affiliati alla “Federazione Italiana Medici di Famiglia” (FIMMG), che esercitano in Piemonte.

La ricerca è stata condotta dal gruppo ReMind the Body, coordinato dal Prof. Lorys Castelli dell’Università di Torino, in collaborazione con il gruppo di ricerca Ricerca ed Innovazione Medicina Generale (RIMeG), di FIMMG Piemonte, referente per questo studio è la dott.ssa Alessandra Taraschi.
Sono 246 i Medici di Medicina Generale piemontesi che hanno partecipato alla ricerca. I risultati hanno messo in luce che i gatekeepers, i guardiani del cancello, del nostro sistema sanitario, sono stati fortemente coinvolti nell’emergenza e duramente colpiti dalla stessa.

Due dati tra tutti fotografano chiaramente la situazione: oltre un medico di base su 3, il 37%, riferisce una sintomatologia depressiva clinicamente rilevante e una percentuale di poco inferiore, ma altrettanto elevata, il 32%, riferisce PTSS. I sintomi ansiosi, clinicamente rilevanti, di grado lieve/moderato o severo, arrivano a colpire i tre quarti dei MMG consultati, il 75%

Nello studio si è indagato anche quanto e se i medici si siano sentiti adeguatamente supportati nell’esercizio della loro professione. Nello specifico è stato loro chiesto se avessero ricevuto i dispositivi di protezione individuale (DPI), se avessero ricevuto adeguate informazioni su come proteggere le loro famiglie e se avessero ricevuto linee guida chiare per la gestione dei loro pazienti.  

Una percentuale ragguardevole di medici ha riferito di non aver ricevuto i DPI (41%), né informazioni adeguate a proteggere le loro famiglie (48%), né chiare linee guida diagnostico-terapeutiche sulla gestione dei pazienti positivi al COVID-19 (61%).

Incrociando i dati relativi alla sintomatologia psicologica e le informazioni sulla gestione lavorativa, si è evidenziato che i MMG che hanno dichiarato di non essere stati adeguatamente supportati nella gestione della propria sicurezza e di quella dei loro cari, nonché nella gestione dei loro pazienti, siano stati quelli che hanno maggiormente accusato sintomi psicopatologici clinicamente rilevanti.    

Dalle analisi effettuate è inoltre emerso come i MMG che presentano sintomi di ansia, depressione e PTSS clinicamente rilevanti siano maggiormente le donne, i medici più giovani e con meno anni di pratica alle spalle. Sulla base di questi risultati appare evidente la necessità fornire gli appropriati DPI e chiare e precise indicazioni gestionali e cliniche ai medici per il benessere di sanitari e cittadini.

Secondo lo studio, sarebbe inoltre importante implementare programmi di screening psicologico su larga scala al fine di sviluppare interventi psicologici mirati, quali sportelli di ascolto, sostegno psicologico e psicoterapia. Questi interventi si tradurrebbero in un beneficio non solo per i MMG, ma anche per il nostro Sistema Sanitario Nazionale, del quale i medici di medicina generale sono i guardiani, preziosi e irrinunciabili custodi. 

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Area Relazioni Esterne e con i Media
Università degli Studi di Torino
Settore Relazioni con i Media


Foto di Free-Photos da Pixabay

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