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Viaggio alla scoperta della fiera di Sant'Orso

 Il centro di Aosta torna ad animarsi per la tradizionale fiera di Sant’Orso, che si terrà il 30 e 31 gennaio. Per partecipare a questo evento, l’Opera Diocesana di Torino propone un viaggio di due giorni alla scoperta della cultura e del folklore valdostano. La giornata del 30 gennaio è dedicata alla scoperta della Fiera di Sant’Orso, la cui origine risale all’anno 1000. La leggenda vuole che tutto abbia avuto inizio nell'area della Chiesa di Sant'Orso. Proprio di fronte alla Chiesa il Santo, vissuto prima del IX secolo, era solito distribuire ai poveri indumenti e "Sabot", le tipiche calzature in legno ancora oggi presenti in Fiera. Durante la sua trasformazione millenaria, la fiera si è espansa, arrivando a coinvolgere tutto il centro cittadino. Le due giornate rappresentano l'occasione per gli artigiani, i visitatori e gli appassionati di incontrarsi, fare quattro chiacchiere, scambiarsi idee e suggerimenti e di venire a contatto con un mondo fatto di gesti tramandati di generazione in generazione che vive e si evolve ancora oggi, nell'era del digitale. La Fiera è anche musica e folklore, un'occasione per partecipare a degustazioni ed un'opportunità per assistere a dimostrazioni dal vivo. Alla sera sarà possibile vivere la Veillà. Nel dialetto valdostano, il patois, "Veillà" vuol dire "veglia". E' una festa che potremmo definire autogestita: dalle 19 in poi passeggiando nelle vie si possono incontrare cori che improvvisano mini concerti e gruppi folkoristici che si esibiscono in brevi spettacoli mentre ci si scalda sorseggiando del vin brulé o del brodo caldo. E' anche possibile visitare le "crotte", le cantine del borgo che i residenti aprono per l'occasione proponendo musica, momenti conviviali e degustazioni di salumi ed altri prodotti tipici.



La giornata del 31 è dedicata alla scoperta della cultura valdostana, con la visita di due celebri monumenti valdostani: il castello di Issogne e il Castel Savoia. Costruito su una struttura fortificata del XII secolo, il castello di Issogne vive il suo periodo di splendore nel tardo Quattrocento. Risalgono infatti a questo periodo le straordinarie testimonianze decorative che ne fanno uno dei più suggestivi monumenti tardogotici dell'arco alpino occidentale. Pareti, camini e soffitti sono ornati da scene, figure e paesaggi; mobili d'epoca o di fattura tardo-ottocentesca arredano le stanze. Nel cortile, il ferro forgiato della fontana del melograno dialoga con la teoria di stemmi della famiglia Challant dipinti sulle pareti, mentre, nella penombra del porticato, si ammirano le celebri lunette affrescate con scene di vita quotidiana del borgo. Realizzato per volere della Regina Margherita, Castel Savoia è un maniero di stile medioevale con un aspetto fiabesco, esaltato da cinque torrette, una diversa dall’altra, che cingono l’edificio centrale. Se l’esterno è rivestito di pietra grigia da taglio proveniente dalle cave locali, l’interno è riccamente decorato da pitture ornamentali e boiseries, che fanno da vivace sfondo agli arredi di ispirazione medievale. Ovunque ricorrono richiami al fiore della margherita, in riferimento al nome della regina, le cui iniziali si riconoscono spesso nella dimora; cornici ornamentali ripropongono al loro interno i motti di casa Savoia. Tra le dipendenze sono da segnalare la Villa Belvedere, antica foresteria, e il Romitaggio Carducci, dedicato alla memoria del poeta.



Per maggiori informazioni e per partecipare a questo tour guidato alle bontà e alla cultura valdostana, è necessario iscriversi entro il 15 dicembre telefonando all’Opera Diocesana Pellegrinaggi di Torino al numero 011 561 3501 o scrivendo alla mail info@odpt.it.

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