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CI SONO TROPPI SUPERMERCATI A CHIERI?

A Chieri continua a crescere la presenza di supermercati: chilometri di scaffalature, migliaia di casse, autostrade di carrelli. Un'invasione che sta condizionando il consumo dei chieresi e che nel giro di pochi anni ha sollevato diversi dubbi e domande che cercheremo di analizzare.



PROBLEMA 1: ALCUNE ZONE CONTINUANO A ESSERE MAL SERVITE 

Nonostante l'aumento distopico di supermercati nel chierese, alcune zone continuano a essere mal servite: ad esempio la zona delle Maddalene, dove anziani e persone che hanno problemi di deambulazione fanno fatica a raggiungere il centro città.  L'esigenza più pressante al momento sembrerebbe essere il rinforzo dei mezzi pubblici a Porta Gialdo (attuale piazza Europa) verso le Maddalene. Esigenza richiesta soprattutto dalle persone prive di mezzi autonomi.

Da quanto apprendiamo, invece, l'intenzione sarebbe quella di aprire nuovi supermercati soprattutto in quelle zone già servite: con la chiusura del Penny Market di Via Padana Inferiore se ne vorrebbe aprire uno nella zona "Porta Torino" nella fabbrica oramai messa in disuso "ex Gunetti". Lidl  si dovrebbe spostare nella attuale ex cartotecnica. I vecchi siti industriali rischiano cioè di trasformarsi tutti in supermercati o centri commerciali. Si sta creando una zona commerciale pericolosamente squilibrata per le esigenze della popolazione locale.   

PROBLEMA 2: PIÙ SUPERMERCATI CHE PERSONE 

Cosa succederebbe se ci si accorgesse da un giorno all'altro che i supermercati e gli ipermercati a Chieri - di quelli disseminati in lungo e il largo per la città - sono troppi rispetto alla reale capacità di spesa delle famiglie per le quali sono stati costruiti?
Secondo i calcoli di IRES PIemonte, un megastore, per reggere, ha bisogno in Piemonte di un bacino di almeno 34.000 famiglie. Chieri fa poco più di 36.000 abitanti. Se il bacino di clienti è lo stesso i centri commerciali dovranno suddividersi la stessa torta e le fette saranno più piccole. Finché tra i litiganti in campo qualcuno non soccomberà.  Che senso ha tutto questo?

Mentre una parte della popolazione chierese rimane indifferente, non si informa, non si interroga, o addirittura esulta di fronte alla notizia dell’apertura di altri supermercati, ce n’è una che invece è preoccupata, che si informa e che si fa domande… e si indigna.
Dobbiamo pensare infatti che il tessuto sociale di una città come Chieri si può impoverire  per varie ragioni: una di quelle è proprio questa; i soldi non rimangono qui perché, “grazie” a tutti questi supermercati, delle più svariate catene, i nostri soldi prendono subito il largo dalla nostra città e quindi dalle nostre tasche – che si svuotano per ben due volte: una al momento dell’acquisto, e due quando quei soldi non circolano nel circuito commerciale chierese con tutto ciò che ne consegue per chi a Cheri ci lavora.

PROBLEMA 3: LA SOFFERENZA DEL PICCOLO COMMERCIANTE 

Uno dei problemi più gravi e che il comune sta continuando a attuare piani regolatori che incentivino la costruzione di nuovi supermercati e limitando cosi  ai piccoli commercianti il livello di acquisto minimo per poter sopravvivere. I commercianti del paese non sono affatto contenti di queste novità. Abbiamo parlato con aluni esercenti del paese, e quasi tutti sono contrari alla nascita di nuove strutture dedicate alla grande distribuzione:  I nuovi supermercati - spiegano -  metteranno in crisi tutti i negozi, la concorrenza sarà spietata e a soccombere saranno i più piccoli, a vincere non necessariamente la qualità.

PROBLEMA 4: UN DANNO AL KM 0?

Anche i mercati rionali stanno iniziando a patire; alcuni prodotti che vengono venduti in queste aree di vendita sono elevata qualità e freschezza. Sappiamo altresì che nella grande distribuzione sono molti i prodotti che arrivano dalla Spagna, dalla Francia ma addirittura d'Oltreoceano seguendo stagionalità diverse dalla nostra. Tutto all'insegna del minor prezzo. Siamo sicuri che tutta questa corsa al ribasso sia sempre in linea con la qualità dei cibi e, soprattutto, della biodiversità, anticamera della buona salute? I cibi che compiono lunghi viaggi e passano settimane nelle celle frigorifero di qualche nave perdono gran parte delle proprie caratteristiche organolettiche, delle vitamine e proprietà minerali e anche il sapore ne risente: sulle nostre tavole arrivano da tempo cibi da paesi lontani che non hanno più "il sapore di una volta". Azzerati dal punto di vista gustativo.

PROBLEMA 4: CREDIAMO DAVVERO DI RISPARMIARE? 

Proviamo a dirigerci al mercato rionale che a Chieri ogni martedì, venerdì e sabato mattina (piazza Dante) ci permette di  acquistare prodotti che arrivano dai campi vicini. Soprattutto acquistando nei banchi dove viene indicato "produzione propria", aiutando così i produttori a km 0 che valorizzano il chierese con i loro prodotti, favorendo un economia interna, ma soprattutto una economia di qualità e sana. 
Provate a confrontare i prezzi (come qualcuno ha fatto in altre città) e vi accorgerete (ma in molti già lo sanno) che i costi al mercato di Chieri sono inferiori in maniera anche considerevole rispetto a quelli del Supermercato e che dietro quello che molti definiscono una moda, c’è sostanza e qualità. Lo confermano chef pluristellati come Alain DucasseFabio Pisani e altri, che per eseguire i loro piatti scelgono elementi di qualità rigorosamente freschi e a km 0. 


G. Civera



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